BLOG IL GIORNALE.IT – C’È UN’ITALIA CHE VOLA. PERCHÉ NESSUNO LE DÀ VOCE?

BLOG IL GIORNALE.IT – C’È UN’ITALIA CHE VOLA. PERCHÉ NESSUNO LE DÀ VOCE?

L’Italia è disperata, al punto che persino il Nord pare sull’orlo del baratro. Certo, ti guardi in giro e i segnali sono sconfortanti: amici che perdono il posto di lavoro, negozi che gettano la spugna, giovani che non riescono più nemmeno a ottenere uno stage. E le statistiche, purtroppo, confermano che non si tratta di un’impressione. La crisi c’è. Eppure esiste anche un’altra Italia, che nonostante tutto non solo resiste, ma brilla nel mondo. E dura nel tempo.

Questo post ispirata dalla bella storia della Manifattura di Domodossola, marchio che non dice nulla al grande pubblico, poiché trattasi di un’impresa che produce semilavorati. Recentemente fa ha festeggiato i 100 anni. In origine era una fabbrica di filati a basso valore aggiunto, oggi è il leader mondiale nel settore degli intrecciati di pelle, di cuoio e ai altri materiali pregiati. Ed è ancora un’azienda di famiglia, i Polli, giunta alla quarta generazione.

Un’eccezione, penserà il lettore. Sì per longevità: sono davvero poche le aziende che possono vantare il secolo di vita. No se si alza lo sguardo e si considera, per una volta, un’altra Italia. Quella che eccelle in ben 25 settori, che fa concorrenza alla Germania, che non prospera su posizioni di rendita legate al mercato interno, ma si batte sui mercati mondiali. E vince. Con intelligenza, caparbietà, inventiva, investendo somme colossali nella ricerca e nello sviluppo, come spiega da tempo un economista brillante e coraggioso come Marco Fortis. E dimostra come le analisi della Commissione europea che continua a insistere sul declino dell’industria italiana, “incapace di innovare”, siano fuorvianti.

Meditate su questi dati, diffusi, recentemente a un convegno:

Nel dettaglio, secondo l’analisi, l’Italia vanta 235 prodotti «medaglia d’oro» a livello mondiale per saldo commerciale. Nell’insieme queste 235 eccellenze fanno guadagnare all’Italia 63 miliardi di dollari. I nostri prodotti che si classificano al secondo posto nel mondo per saldo commerciale sono invece 390 e fruttano 74 miliardi. Le «medaglie di bronzo» dell’export italiano sono invece 321 prodotti che valgono un saldo commerciale di 45 miliardi. A questi si aggiungono altri 492 prodotti in cui l’Italia si è classificata quarta o quinta per saldo commerciale mondiale e che hanno aggiunto alla nostra bilancia commerciale altri 38,4 miliardi di dollari.

Il problema, semmai, è che questa Italia, l’altra Italia, non trova cittadinanza sui giornali, viene ignorata dalle grandi organizzazioni sovranazionali che si arrogano di giudicare tutto e tutti, dalla Commissione al Fmi, dalla Banca mondiale all’Ocse, e pare essere misconosciuta persino dal governo. E’ l’Italia che lavora senza clamori, ma produce, si arricchisce, crea posti di lavoro. Un’Italia perbene, che dà speranza.

Un modello da cui ripartire, se ci fosse una classe politica capace di interpretarla e di darle voce, di portarla ad esempio dentro e fuori il Paese.